lunedì 10 gennaio 2011

Tunisia, la polizia spara sulla folla "Uccisi cinquanta manifestanti"

L'opposizione attacca il governo: "Così soffocate il dissenso". Scontri anche durante i funerali di alcune vittime. Il governo: "Legittima difesa"

 RENATO CAPRILE
TUNISI - Hanno sparato perfino sui cortei funebri, non hanno esitato ad aprire il fuoco sulla folla che da sabato scorso nel centrosud tunisino, non lontano dal confine con l'Algeria, è scesa in piazza perché non ne può più. "Lavoro e dignità", queste le parole d'ordine di una protesta sociale senza precedenti in un paese retto col pugno di ferro dall'eterno presidente, Zine El Abidine Ben Ali.

Epicentro di questo ultimo tragico capitolo della "guerra del pane" - i morti sarebbero una cinquantina, assai più numerosi i feriti - due piccole città dell'interno, Thala e Kesserine, a circa 300 km a sud di Tunisi. Troppo sangue per continuare a tenerlo nascosto. Per ripetere la solita solfa ad uso dei turisti, complice un'informazione in gran parte asservita al potere, che tutto va bene. E così alla fine anche il governo ha dovuto ammettere. Il che è già una notizia. "È vero ci sono stati scontri e la polizia ha sparato, ma solo dopo essere stata attaccata con ordigni incendiari, bastoni e pietre".

2 commenti:

  1. Avevo finito di porre un post sul mio blog un'ora fa sull'argomento, ora vedo che i morti sono di molto aumentati. Con grande tristezza vado ad aggiungere queste ultime cifre.
    Namastè

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  2. Lo so Francesco, non sono aggiornamenti che fanno piacere...purtroppo.
    Nel tuo post sul pane sei stato come dire, profetico? Ed eccoci ora a contare i morti per rivolte sul cibo...e non si tratta questa volta di paesi sperduti e lontani...ma della periferia delle noste città...appena fuori dai nostri cortili oltre un braccio di mare.

    Abbraccio forte
    Namastè

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