sabato 29 gennaio 2011

Russia, il vento fa il suo giro

 
Exxon Mobil e Bp, ostili fino a qualche anno fa, oggi entrano nel mercato energetico russo dalla porta principale.

 Il vento fa il suo giro, nella Russia di Putin. Ciò che non riuscì a Khodorkovski otto anni fa riesce oggi alla Rosneft di Igor Sechin. L'accordo per lo sfruttamento dei giacimenti del Mar Nero, raggiunto a Davos tra il colosso petrolifero russo e la Exxon Mobil, è l'usurpazione di un sogno. Quello di entrare nei mercati energetici occidentali attraverso il lasciapassare delle risorse. Un'intesa che fa il paio col contratto milionario siglato da Rosneft con Bp venti giorni fa, e rappresenta l'esempio di come il mercato, e la volontà bruta del Cremlino, in Russia non conoscano ostacoli. La Exxon, tramite la costituzione di una società con Rosneft (33 percento la prima, 66 la seconda) avrà accesso all'esplorazione offshore a Tuapse Trough, pari a 11.200 chilometri quadrati, lungo la costa del Mar Nero che costeggia la regione di Krasnodar.

Farebbero sorridere le parole di Sechin, presidente di Rosneft e vice-Primo ministro, se non fossero così emblematiche dell'ipocrisia del potere. "L'intesa con Exxon - ha affermato Sechin - sottolinea il nostro impegno a rispettare i principi di trasparenza". Il Cremlino sta facendo esattamente ciò ciò impedì a Khodorkovski otto anni fa, e alla stessa Bp cinque anni fa. Prima di essere recluso in Siberia, il magnate della Yukos aveva come obiettivo la fusione con Sibneft di Abramovich (cosa che poi avvenne) e lo scambio di azioni con Exxon Mobil. Sul suo cammino, il giovane trovò proprio Sechin. "Le accuse contro di me sono state orchestrate da Sechin - disse nel 2008 al Times - per mandarmi in carcere e saccheggiare la mia società". Khodorkovski, nel 2004 l'uomo più ricco di Russia, sta scontando una pena di 14 anni per riciclaggio e frode fiscale. La Yukos, costituita negli anni '90, nell'epoca delle privatizzazioni selvagge di Eltsin, venne letteralmente depredata da Rosneft, che attualmente detiene il 60 percento delle azioni.
Il vento fa il suo giro. La British Petroleum di Robert Dudley ha firmato venti giorni fa la cessione del 5 percento del proprio capitale a Rosneft, in cambio del 9,53 percento della compagnia statale russa. La Rosneft di Sechin diventa così prima azionista di Bp. Nel 2008, Dudley era l'amministratore delegato di Tnk-Bp, joint venture paritetica (50 e 50) russo-britannica e terzo colosso dell'energia russa. Ma i soci russi di Tnk volevano acquisire il controllo sulla società, e per questo fecero fuori Dudley, che fu costretto ad abbandonare la Russia dietro le pressioni di uomini vicini a Sechin. Così come Bp, oggi entra nel grande gioco dell'energia russa anche Exxon Mobil, e il mercato di Rosneft, Gazprom & Company si spalanca a Occidente. Alla faccia di Khodorkovski.

http://it.peacereporter.net/articolo/26564/Russia%2C+il+vento+fa+il+suo+giro

2 commenti:

  1. Non che Khodorkovski sia stato una mammoletta. Una riedizione in colbacco e meno attori delle porcherie delle 7 sorelle.

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  2. Mah sai Adriano, credo che a questo livello che il più buono abbia la rogna.
    L'articolo si limita ad una descrizione della realtà e non entra nel merito di giudizi. Personalmente penso che una multinazionale valga l'altra...ma resta emblematico come, dove esistano grandissimi interessi, si pieghi a questi ultimi qualsiasi cosa...anche una comunità complessa e grande come Madre Russia...

    Namastè

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